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Regime forfettario: tassazione e linee guida.

Per chi deve aprire una partita IVA, la scelta del regime fiscale da adottare è la prima opzione da valutare e una decisione che influenzerà l’ammontare delle tasse da pagare per tutti gli anni futuri.
Il regime forfettario è un tipo di regime agevolato, con aspetti molto interessanti soprattutto per chi sta cominciando la propria carriera.
Vediamo quindi quali sono le sue caratteristiche, i requisiti d’accesso e come avviene in calcolo delle tasse per il regime forfettario.

Quali sono i vantaggi.

Il regime forfettario si applica a tutti quei professionisti con partita IVA che hanno percepito nell’anno precedente compensi non superiori a 65.000 euro da lavoro autonomo e 30.000 euro per i redditi da lavoro dipendente o assimilati. Un altro vincolo è quello di non aver sostenuto spese per collaboratori o dipendenti superiori a 20.000 euro.
Se vengono superati questi limiti, sarà necessario passare al regime ordinario.
Per quanto riguarda le attività di nuova apertura, si deve fare una previsione del proprio fatturato e delle proprie spese per i collaboratori. Se la partita IVA viene aperta nel corso dell’anno, il limite deve essere rimodulato sulla base dei mesi effettivi di attività.
I vantaggi del regime forfettario sono una tassazione agevolata, la franchigia IVA, l’esonero dall’obbligo di fattura elettronica, di registrazione delle fatture e di redazione di registri contabili.

Il calcolo delle tasse per il regime forfettario.

La principale caratteristica del regime forfettario è quella di consentire al lavoratore di pagare un’unica imposta del 15% (detta imposta sostitutiva) invece di tutta la serie di tasse che caratterizzano il regime ordinario (IRPEF, addizionali, etc).
L’imposta sostitutiva viene calcolata non su tutto il proprio imponibile, ma solo su una percentuale. Questa percentuale è detta coefficiente di redditività e varia in base al codice ATECO della propria attività (che viene scelto al momento dell’apertura della partita IVA).
Questo rende molto meno pesante la tassazione per il lavoratore e lo rende un regime fiscale molto valido soprattutto per chi sta iniziando la propria carriera.
Inoltre, per i primi 5 anni di apertura della partita IVA, se il lavoratore possiede determinati requisiti, la tassazione risulta ancora più vantaggiosa, con un’imposta sostitutiva del 5% invece che del 15%.

Chi non può accedere al regime forfettario?

Esistono alcuni casi particolari di lavoratori che non possono accedere al regime forfettario e dovranno quindi necessariamente optare per quello ordinario anche nel caso vengano rispettati i requisiti legati ai compensi e alle spese per prestazioni di lavoro.
Uno di questi è quello di coloro che esercitano la propria attività lavorativa in modo prevalente nei confronti di datori di lavoro con i quali ci sono stati dei rapporti lavorativi nei due anni precedenti oppure nei confronti di altre aziende o soggetti che sono riconducibili ad essi.
Invece, può accedere chi è iscritto a un ordine o a un collegio professionale (ad esempio medici e avvocati) e che continuano a esercitare la propria attività prevalentemente nei confronti del datore di lavoro presso il quale hanno svolto la pratica.

È bene quindi informarsi in modo approfondito prima dell’apertura della propria partita IVA e capire come muoversi sulla base di quelle che sono le proprie effettive esigenze.
Il nostro studio offre un servizio di consulenza per aiutare i professionisti a scegliere il regime giusto per ogni tipo di situazione.