Aprire una partita IVA è un passaggio fondamentale per tutti i lavoratori che decidono di iniziare un’attività autonoma.
Tuttavia, nonostante negli ultimi anni sia diventato molto più semplice che in passato svolgere questo compito, regna ancora molta confusione nella mente di chi si trova per la prima volta ad avere a che fare con questo tipo di adempimento per iniziare la propria carriera professionale.
Vediamo insieme che cos’è quindi questo strumento e come aprire una partita IVA con tutti i passaggi necessari per farlo nel modo corretto.
Che cos’è una partita IVA e chi deve aprirla
La partita IVA, dal punto di vista tecnico, è un codice numerico che serve a identificare il lavoratore e la sua attività. In questo modo, tramite questo collegamento con l’Agenzia delle Entrate, il lavoratore può dichiarare il proprio fatturato, versare i contributi pensionistici e pagare le imposte.
È composta da undici cifre: le prime sette identificano il lavoratore e sono univoche. Le tre cifre successive rappresentano invece il codice dell’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente, mentre l’ultima ha esclusivamente una funzione di controllo.
Non tutti i lavoratori in proprio sono tenuti ad aprire una partita IVA. Esistono anche forme di collaborazione alternative (come ad esempio la collaborazione occasionale) che però hanno precisi limiti per poter essere applicate.
Ad esempio la collaborazione occasionale prevede che la prestazione non superi i 30 giorni consecutivi con ciascun committente. Inoltre non è possibile pubblicizzare la propria attività.
Come aprire una partita IVA
Oggi sono a disposizione diverse possibilità per aprire una partita IVA:
Recarsi fisicamente alla direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate nella cui circoscrizione si trova il domicilio fiscale del lavoratore o della sua azienda (nel caso di persone fisiche, il Comune nel quale si è iscritti alle liste anagrafiche; in caso di altri soggetti, il Comune nel quale si trova la sede legale o, se manca, la sede amministrativa dell’azienda).
Inviare la domanda in modo telematico tramite il software apposito che si trova sul sito web dell’Agenzia delle Entrate.
Rivolgersi ad una figura competente (un commercialista o un esperto di materia tributaria).
Anche se a prima vista può sembrare più vantaggioso occuparsi di tutte le pratiche in autonomia, la scelta di affidarsi a un professionista è estremamente utile soprattutto in questa fase per scegliere correttamente il tipo di regime di contabilità, il codice ATECO ed effettuare l’iscrizione alla corretta cassa previdenziale.
Regime fiscale, codice ATECO e cassa previdenziale
La scelta del regime fiscale è fondamentale per stabilire a quanto ammonteranno le tasse da pagare allo Stato e l’entità dei contributi pensionistici da versare.
È possibile scegliere tra regime forfettario e regime ordinario. Il regime forfettario è un regime agevolato che consente di pagare un’unica imposta sostitutiva del 15% che viene calcolata non su tutto il fatturato imponibile, ma solo su una percentuale di esso (coefficiente di redditività).
Il coefficiente è stabilito dal codice ATECO, che identifica i diversi tipi di professione per entrambi i regimi.
Altri aspetti fondamentali da considerare sono quello della scelta tra lo stato di libero professionista o di ditta individuale e quello dell’iscrizione alla giusta cassa previdenziale, che viene stabilita dal codice ATECO.
Occorre avere quindi le idee chiare su qual è il tipo di attività che si vuole andare a svolgere e su quali sono i vantaggi e gli svantaggi legati a ciascun tipo di scelta.
Il nostro studio offre tutti i tipi di consulenza necessari per capire come scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze e aiuta i nuovi professionisti ad aprire la loro prima partita IVA senza complicazioni e con la consapevolezza di aver fatto la giusta scelta.